Criptomoneta nel 2017 – Quale futuro per la moneta digitale?
Il primo esempio di criptomoneta risale al 1995 con l’ecash che rimase in vita per soli tre anni. L’espressione più nota di questa forma di moneta virtuale è stata incarnata però dai Bitcoin la cui affermazione è avvenuta solo nella prima decade degli anni 2000. Oggi grandi istituzioni, banche e investitori di un certo livello stanno invece puntando molto su varie forme di criptomoneta in rapida ‘ascesa’.
Ma perché la prima moneta elettronica ha avuto un destino a dir poco fallimentare, mentre oggi sono in tanti a voler puntare sulle sue forme più affermate? La spiegazione è abbastanza agevole: molto dipende dal suo funzionamento.
Come funziona?
La criptomoneta è una “moneta” interamente digitale. A differenza di quella ‘tradizionale’ non ha un ente che la emette e che ne regola i flussi (ad esempio aumentandone l’emissione come avviene con le banche centrali). Tutto dipende da una rete di pc e dallo scambio di questa valuta che avviene con modalità peer to peer ‘gestita’. Ovviamente è anche necessario che ci sia una fonte criptografica a cui riferirsi per la determinazione di un valore determinato dagli scambi e non dai capricci dei “virtuali” scambiatori on line.
In particolare, riferendoci ai Bitcoin (la cui nascita risale al 2009), è un algoritmo che determina la creazione della valuta virtuale. Ma attenzione questo algoritmo non è coperto da Copyright, quindi sono gli utenti stessi che ne condizionano sia il valore che la generazione di unità in circolazione. Il sistema è stato programmato per arrivare a distribuire un totale massimo di 21 milioni di bitcoin. L’aumento dei bitcoin in circolazione avviene ogni 4 anni secondo una serie geometrica inversa (è decrescente nel corso dei vari quadrienni). Secondo le stime originali, i 21 milioni in circolazione dovrebbero essere raggiunti nel 2140 quando il tasso di crescita convergerà a zero.
Bitcoin - Approfondimenti
Vera moneta?
Riguardo a ciò non c’è ancora una posizione ben definita a livello generale. In particolare la Bce l’ha definita una moneta contrattuale, quindi atta ad essere usata per regolare rapporti tra privati, e non una moneta “universale” con finalità di tipo pecuniario in senso stretto. Alla base delle indicazioni della Banca Centrale Europea troviamo l’assenza di un apparato normativo di riferimento.
Questo aspetto rappresenta di contro anche la ragione del “successo”dei Bitcoin che fondano la loro ideazione su due concezioni fondamentali: un funzionamento anarchico, quindi con la mancanza della possibilità di riferirsi a un intermediario ed a un ente di vigilanza, ed un altro di tipo “solidaristico” (è la rete e i suoi autori, che con gli scambi, permettono la circolazione e la creazione dei Bitcoin).
Questo in parte spiega la ragione per cui i bitcoin hanno più che decuplicato il loro valore in soli cinque anni, affrontando però delle oscillazioni di valore molto elevate. Una caratteristica, questa, tipica delle forme di investimento più rischiose, che ha reso la criptomoneta più affermata una forma “speculativa” di moneta e non una valuta da usare per una libera circolazione senza dover sottostare alle difficoltà tipiche delle normali valute soggette a tassi di cambio spesso eccessivamente onerosi.
E’ possibile usarla per pagare?
Per quanto riguarda l’aspetto del “pagamento” (da qui la definizione di moneta contrattuale), è necessario che le parti si accordino per accettarla come “forma di pagamento valida”. Questo è uno dei motivi, anche se secondari, per cui il Bitcoin, pur rimanendo l’espressione più nota della criptomoneta, non è stata considerata la migliore per il 2017.
La situazione è in costante evoluzione per queste valute virtuali e solo alla loro diffusione spetterà l’eventuale e totale affermazione alla stregua della valuta legale (quella soggetta a normativa e controllata con un ente di riferimento, come euro, dollaro, ecc), fermi restando i rischi di bolle speculative che non possono essere scongiurati. A questo rischio si aggiunge anche quello legato a offerte che spingono la promozione di una criptomoneta con lo scopo puramente speculativo. Da qui l’applicazione di pesanti multe a società che hanno adottato, secondo l’Antitrust, politiche promozionali ingannevoli come nel caso della società che propone la Onecoin.
Investimento o “moneta”?
In realtà ancora oggi il dibattito se i bitcoin o le altre forme di criptomoneta possano essere considerate delle vere forme di moneta oppure una forma di investimento non si è risolto. Le due correnti di pensiero che sostengono l’una o l’altra versione sono parimenti forti. I negozi che si stanno organizzando per poter accettare anche questa forma di pagamento sono comunque in aumento così come gli e-wallet (vedi Google Wallet), che permettono di collegare anche una carta di pagamento. Questi ultimi puntano proprio sulla possibilità di poter ricaricare il conto con una criptomoneta, per poi farne la conversione in valuta locale e poter effettuare pagamenti anche fisici senza andare a riferirsi a negozi e che aderiscono al sistema stesso di criptomoneta.
Anche le banche che si sono mosse per accettarle convenzionalmente come “cambio” di valute locali sono aumentate con la conseguente nascita di Atm attraverso i quali scambiare, acquistare e convertire Bitcoin. Alcune nazioni, come la Cina e la Russia si stanno organizzando per far entrare la criptomoneta nel proprio impianto normativo parificandola alle valute legali, per cui è difficile immaginare che si tratti questa volta di un fenomeno destinato al declino.
Maggiori sono invece i dubbi legati ai bitcoin che probabilmente sono destinati ad essere sostituiti da altre forme di moneta elettronica, come ad esempio Ethereum, nate con una forma e con un tipo di organizzazione gestionale più completa, a partire dalla piattaforma che ne consente l’uso, che dovrebbe offrire maggiore stabilità. E’ proprio questa che manca ai classici Bitcoin che, come già evidenziato, si sono affermati sempre di più come forma di investimento, soprattutto grazie all’uso di derivati, come ad esempio i Cfd (vedi anche Broker Plus500).