Bancomat scassinato: rapine e truffe agli ATM
Le banche devono dotarsi di linee liquidità, ovvero di importi massimi da mantenere nelle casseforti collegate agli Atm, e per questa ragione nei vari casi di furto con scasso gli importi prelevati sono sempre molto diversi tra loro. Ragione, questa, ormai nota anche ai malviventi, e che spiega perchè alcuni sportelli bancomat possono essere più appetibili rispetto ad altri.
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Ad esempio, rimane tra i colpi più ricchi, quello dei circa 70 mila euro presi dallo sportello bancomat di “Unicredit Banca” in via Torino a Cattolica con un unico colpo. Tra l’altro il sistema adottato in questo caso (dove fu saturata di acetilene la cassa per poi farla saltare) ha rappresentato un metodo molto poco usato, e comunque abbastanza relegato a pochi episodi, mentre si sono sviluppati altri metodi molto più efficaci e meno rumorosi, ma come sempre fortunatamente non infallibili.
E’ il caso della banda di rumeni, recentemente arrestata che, adottando un metodo definito “della forchetta”, riusciva a bloccare lo sportellino attraverso il quale vengono erogate le banconote, così da ottenere una emissione continua. Questo, generalmente, senza il pericolo di far partire l’allarme che suona e si collega alla centrale solo nel caso di una manomissione che il sistema riconosce come tale.
Ciò non toglie che, l’elevato numero di sottrazioni avvenute nella vasta zona che collega Lecco, Monza, Brianza e Como (fatte per altro in un arco temporale di circa 24 ore), e le registrazioni delle telecamere di sorveglianza hanno portato alla loro individuazione, dopo aver sottratto però una somma totale pari a circa 50 mila euro. In ogni caso il gruppo di malviventi, temporaneamente fuggito all’estero, è stato poi arrestato in Turchia per altri reati.
Un colpo da professionisti invece è stato quello condotto ad Elba, dove il bottino complessivo è stato di circa 60 mila euro, con due soli Atm della banca Mps violati. In questo caso il furto è avvenuto scassinando addirittura le porte della banca, per poi scassinare dall’interno le casseforti collegate ai bancomat stessi. Il tutto consumato in pochi minuti, tanto che nessuno si è accorto di quanto stava avvenendo, fino al mattino seguente.